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LA FORZA
NELL' ESPANSIONE

NEWTON | VERSATILE E ADATTO IN OGNI SITUAZIONE
NEWTON VERSATILE E ADATTO IN OGNI SITUAZIONE ESALTA LA PERFORMANCE NELLE TECNICHE DI ESPANSIONE DALLE CUI ORIGINI HA PRESO FORMA, MIGLIORANDO LA PENETRAZIONE NEL RISPETTO DELLE STRUTTURE OSSEE RICEVENTI

 

 

NEWTON, LA FORZA DI UNA FILOSOFIA FONDATA SULLA CORRETTA INTEGRAZIONE MECCANICA ALLE DINAMICHE BIOLOGICHE


L'inserzione dell'impianto ha l'obiettivo di sostituire un elemento dentale naturale e l'atto chirurgico si propone diverse finalità:
1) raggiungere una stabilità primaria dell'impianto nella sede ossea alveolare, indispensabile per ottenere una efficace e veloce guarigione grazie alla rigenerazione dell'osso traumatizzato dalla preparazione del tunnel implantare, stabilizzando l'impianto in modo sicuro 2) ottenere un profilo di emergenza dell'impianto
simile a quello dell'elemento naturale sostituito, così da conseguire una corretta funzione estetica e una efficace resistenza alle sollecitazioni meccaniche che dovrà sopportare.

Le superfici di contatto, tra impianto e struttura ossea, garantiscono la stabilità meccanica, mentre gli spazi che rimangono vuoti, tra letto osseo e superficie dell'impianto, vengono riempiti inizialmente dal sangue, che arriva dalle pareti ossee che accolgono l'impianto, e che velocemente si stabilizza in coagulo.
In questi spazi, inizialmente vuoti, osserviamo la progressiva evoluzione del coagulo verso la formazione di tessuto di granulazione che verrà sostituito da una matrice provvisoria.
Nei primi dieci/quindici giorni si evidenzia il processo di formazione ossea da contatto (Davies 1998).
Simultaneamente le superfici ossee, che hanno garantito inizialmente la stabilità primaria dell'impianto, vanno incontro ad un fenomeno di riassorbimento, come normale risposta al trauma chirurgico e vengono sostituite con un osso completamente rinnovato e rigenerato.
Questo turn-over garantisce la stabilità dell'impianto e la successiva mineralizzazione dell'osso di riparazione.
"Si può sostenere che la fase di sviluppo dell'osteointegrazione è relativamente breve per un impianto che, dopo l'inserimento, ha una gran parte della sua superficie priva di contatto osseo rispetto a un impianto che ha una superficie di contatto osseo comparativamente elevata. Ovviamente l'entità della compressione ossea e la conseguente necrosi, possono anche influenzare la percentuale di osteointegrazione.

1(Berglundh 2003) 1"It can be argued that the establishment phase of osseointegration is relatively short for an implant that, following installation, yields a large contact-free surface compared to an implant with a large contact surface. Obviously, the magnitude of the press-fit and the resulting bone necrosis may also influence the rate of osseointegration".

LA SINCRONIA DI NEWTON NEL MOMENTO BIOLOGICO

Studi sperimentali hanno dimostrato che la rigenerazione dell'osso alveolare, successiva all'inserimento di un impianto dentale, avviene in maniera più rapida ed efficace in corrispondenza di quelle zone dell'impianto che sono libere dal contatto con la parete ossea.
In altre parole, la preparazione del tunnel implantare promuove una "staffetta" tra la primaria stabilità meccanica e l'osteogenesi da contatto.
Le superfici dell'impianto, che assicurano la stabilità meccanica, come l'angolo tagliente delle spire che caratterizzano il Newton, raggiungono l'osteointegrazione dopo la fase di rimodellamento riparativo, mentre le parti dell'impianto che non sono in contatto osseo, e che quindi non contribuiscono alla iniziale stabilità primaria, sono le prime che verranno riempite con osso rigenerato, perchè bagnate dal sangue proveniente dalle pareti ossee e che fisiologicamente hanno tutti i potenziali riparativi per produrre osso alveolare.
I solchi e le scanalature degli impianti dentali durante la fase di inserzione vengono completamente bagnati e riempiti sia dal coagulo, risposta primaria all'atto chirurgico a carico dell'osso, che dai residui /frammenti ossei che vanno ad accumularsi sulle pareti e sul fondo degli spazi vuoti, cioè nel volume definito tra le pareti ossee ed il fondo delle cavità dei solchi che caratterizzano il disegno implantare.

NEWTON, LA SINTESI E L'APPLICAZIONE DEI CONCETTI BIO-MECCANICI


La velocità di rigenerazione ossea è quindi strettamente legata alla quantità di coagulo "osteogenesi a distanza" (Davies 1998), che si accumula entro i vuoti e le scanalature.
Questa iniziale fase di riparazione (verificata con lavori sperimentali nei cani) è in via di completamento a due settimane dall'inserzione dell'impianto (Berglundh 2003).
L'obiettivo è quello di proporre un nuovo impianto dentale in grado di promuovere e ampliare una più rapida ed estesa osteointegrazione nella zona centrale dell'impianto, quindi in posizione centripeta rispetto alla classica e periferica interfaccia impianto-osso, dove si realizza la necessaria stabilità primaria, così da favorire una rigenerazione ossea anche nel core dell'impianto.
La superfice periferica dell'impianto, con le sue spire, garantisce la stabilità primaria e, anche in quella zona, si sviluppano i normali fenomeni di ostegenesi a distanza nelle cavità che non hanno contatto con il letto osseo preparato chirurgicamente.
L'impianto Newton è stato progettato considerando le relazioni fra clinica, ricerca, valutazioni fisico-biologiche, sia per ridurre i tempi e incrementare le superfici coinvolte nel processo d'integrazione, sia per migliorare l'orientamento dell'asse dell'impianto e ottenere un livello più intimo di connessione tra superficie implantare e sito ricevente.

NEWTON EVOLVE IL CONCETTO DI SHAPE INNOVATION

I concetti innovativi sono tali quando si possono collegare le leggi scientifi che a parametri sicuri che, ne osservano i principi fondamentali, quando rispettano la vitalità dei tessuti, aggregano e guidano i corpi cellulari con un protocollo chirurgico il più possibile coerente al naturale sistema di riparazione dei tessuti coinvolti.
Si favorisce tramite ingegnerie delle superfici il link con i tessuti duri ed i tessuti molli e si guida la differenziazione grazie al trattamento machined progressivo del collo.
Il Dottor Giovanni Battista Bruschi, dopo aver studiato e analizzato per oltre trent'anni la letteratura e il comportamento clinico della lavorazione macchinata del collo dell'impianto, ha elaborato il concetto Newton, coperto da brevetto.
Il trattamento micro-machined del collo, ha una profondità progressiva che aumenta alla base. La maggiore profondità è legata a solchi marcati e paralleli tra di loro con l'obiettivo di gestire in modo biologico la competizione fra i tessuti molli ed i tessuti duri, in un equilibrio tale che consente un rimodellamento osseo anche intorno a questa superfi cie.
Il posizionamento in profondità del collo sarà deciso in base alle condizioni anatomiche del sito ricevente, considerando i gap, i picchi ossei, la banda di tessuto cheratinizzato ed i rapporti anatomici con i denti naturali presenti.
Le caratteristiche di questa superficie, possono favorire l'adesione degli emodesmosomi e dei fibroblasti nella zona micro-machined così da recuperare un sigillo mucoso intimo e ricco di connettivo, gestendo al meglio la mucosa cheratinizzata e migliorando al massimo la performance estetica dell'emergenza.

LA V DI VINCENTE


Newton introduce una logica della gestione del coagulo, che trova spazio attraverso una forma di raccolta dello stesso, all'interno della scanalatura a "V", profilata ad elica semicircolare molto simile all'avvolgimento schematico del DNA, adibita a raccogliere e stabilizzare il coagulo senza compressione, promuovendo un contatto che favorisca l'aggregazione in ambiente protetto.
La "V" ottenuta da questo particolare profilo e dalla geometria dei solchi, imprime una direzionalità all'impianto, che permette al clinico di orientare in modo preciso, sicuro e stabile, la posizione alveolare dell'impianto, senza alcuno sforzo e con il massimo rispetto del raffreddamento, grazie al taglio della spira e all'incavo che per forma e dimensione, prende velocemente profondità favorito dalla spira a doppio principio.
Tale profilo, inoltre, protegge dal surriscaldamento grazie all'azione di decompressione indotta nel tunnel chirurgico.

NEWTON COAGULUM - CONTACT


È necessario sottolineare che il disegno del Newton estende le superfici bagnabili dell'impianto in zone particolarmente efficaci per la stabilizzazione del coagulo, così da ottenere la riposta primaria ideale all'atto chirurgico, grazie alla capacità di raccolta del sangue e dei residui/frammenti ossei, che trovano uno spazio che li accoglie, senza subire compressione e riscaldamento, diventando così carrier della migliore integrazione raggiungibile.
Un altro beneficio raggiunto attraverso la Shape innovation, è nel disegno delle cavità, che sono orientate verso il centro dell'impianto e appaiano profilate come la doppia elica del DNA, costituiscono un volume vuoto che diviene un serbatoio di riempimento primario del coagulo.
Le pareti simmetriche a 180°, che definisco la V, sono progettate in modo da contrastare l'azione di svitamento delle componenti serrate sull'impianto e le due pareti opposte resistono, al contrario, alle azioni meccaniche necessarie nella fase protesica.

NEWTON LA FORZA RESISTENTE ALLA TORSIONE

Newton à l'impianto dentale frutto di upgrades rivoluzionari nella gestione delle criticità delle diverse fasi che intervengono dall'inserimento, alla guarigione, al rimodellamento e alla maturazione dell'osso, fino alla fase protesica.
Il disegno della scanalatura conferisce un'aumentata resistenza alle sollecitazioni torsionali nella fase in cui l'osteointegrazione è unicamente assicurata dall'iniziale livello di maturità dell'osso di riparazione (woven bone). La maggiore resistenza meccanica è amplificata dal disegno delle superfi ci e si oppone più efficacemente alle sollecitazioni prodotte dall'azione di svitamento o avvitamento.
Questo soprattutto avviene nel lasso di tempo che intercorre tra osteointegrazione riparativa, ancora legata ad una quantità scarsa di minerale e quindi con una naturale elasticità dell'osso di riparazione, e la successiva osteointegrazione funzionale in cui la componente minerale è stratifi cata e molto abbondante.
Le due pareti simmetriche che appaiono profilate come la doppia elica del DNA, sono disegnate per contrapporsi anche alle forze anti rotazionali, ovvero garantiscono una resistenza all'azione di avvitamento e assicurano la miglior stabilità meccanica raggiungibile, preservando da ogni stress il coagulo totipotente che viene a formarsi all'interno degli incavi.
Possiamo affermare che lo studio, la ricerca e l'ingegneria meccanica, hanno consentito a Kalodon insieme al Dottor Giovanni Battista Bruschi di raggiungere un obiettivo importante che si realizza nel progetto Newton, supportato da evidenze scientifiche che si avvalgono dei principi sopra ricordati e consolidato da un brevetto.
Il disegno dell'impianto permette di ridurre l'effetto sfibrante delle sollecitazioni torsionali sulla riparazione ossea ottenuta come risposta al trauma chirurgico, nella fase più delicata in cui l'efficacia dell'osteointegrazione è legata al livello di maturità dell'osso di riparazione (woven-bone), preservando il momento biologico che intercorre tra osteointegrazione riparativa con una parte minerale minima e l'osteointegrazione funzionale in cui la componente minerale diviene parte fondamentale del tessuto osseo.

NEWTON, SPIRA UN VENTO NUOVO NEL CARICO DI INSERZIONE


La forma della spira, che parte dall'apice con un taglio orientato a 90°verso la parete ossea, si avvale anche dell'effetto meccanico definito del "doppio principio" con l'obiettivo di incrementare la stabilità primaria e ridurre l'attrito di inserimento.
La stessa utilizza, per questo obiettivo, il solco di frazionamento della forza, che si sviluppa in direzione coronale verso la piattaforma implantare.
La parte apicale più tagliente è disegnata, nella zona crestale della spira, con un profilo ben affilato per aumentare la superficie di contatto impianto-osso.
Questo effetto meccanico è utile a migliorare l'ampiezza e l'estensione del contatto, grazie all'effetto tunnel prodotto nelle pareti dell'alveolo implantare, ottenuto grazie alla forma della spira e non, come avviene normalmente, per pressione centrifuga della superficie implantare periferica contro le pareti ossee del tunnel creato chirurgicamente.
Il disegno simmetrico della spira fraziona il carico di inserzione e orienta le superfici di contatto su piani orizzontali nella zona apicale.
Questo effetto meccanico rende più fluida la spinta di inserzione e contemporaneamente riduce l'attrito in prossimità del core.
Le camere di raccolta del coagulo sono state progettate in maniera che il relativo fondo abbia una larghezza compresa tra 0,25 mm e 0,5 mm. Si stima che queste dimensioni risultino essere proporzionate all'osteone e quindi elaborate per favorire il maggior link biologico ottenibile.

NEWTON E IL COLLO MULTI-TASKING


L'emergenza del collo consente di sfruttare il concetto di Switching Platform, mantenuto in tutti i diametri, partendo da una connessione unica protesica ad eccezione del diametro più piccolo 3,2 mm: lo Switching Platform aumenta in base al diametro che arriva fino a 6 mm, sul quale si incrementa la possibilità di formazione di tessuti molli ricchi di vascolarizzazione e con le diverse emergenze delle componenti protesiche si gestisce al meglio l'estetica coronale.
Il supporto mucoso, che si forma intorno a Switching così ampi, aumenta nei diametri larghi lo spessore del tessuto connettivale così da favorire la gestione estetica e l'igiene.
Questi aspetti sono legati all'ingegneria di superficie di un progressivo trattamento micro-machined sul collo dell'impianto. La connessione di Newton, volutamente una connessione conica indicizzata, permette la miglior distribuzione delle forze per un corretto assorbimento del carico.
Favorisce una chiusura sigillata coronalmente e una forma ideale per l'alloggiamento dei tessuti molli che prediligono profili arrotondati.
La fissità della protesi è garantita da accurate lavorazioni e controlli di qualità, necessari in questo tipo di connessioni coniche per assicurare la coerenza concentrica ed il contatto con frizioni attive non eccessive, al fine di non generare alcuno stress.
Già venticinque anni fa la scuola svedese comunicava le caratteristiche, rilevate come innovative, dell'unione di Switching, connessione conica e micro-filetto, anche se abbinati ad impianti dentali Full-Surface. Il trattamento machined, arricchito da nano spire e senza utilizzare bagni acidi per il maggior aumento delle superfici, ha indotto a configurare diversamente la struttura del collo, con l'obiettivo di poterlo utilizzare anche semi-sommerso, promuovendo l'adesione dei tessuti che strutturano l'emergenza implantare riducendo al massimo la competizione fra loro.

NEWTON NEWTON È L'IMPIANTO IDEALE PER LA STABILITÀ PROTESICA

Newton è stato pensato per una riabilitazione che sia, il più possibile, simile a quella su elementi naturali valutando l'aspetto dei carichi, delle emergenze, delle posizioni dentali e del supporto del complesso osteo-muco-gengivale: l'idea di compensare il più possibile un ripristino coerente con i tessuti contigui, ha portato a considerare diametri più ridotti per lavorare in situazioni anatomiche limitate, unendo diametri progressivi e anche importanti, per dare estetica e funzione alla ricostruzione, mantenendo i supporti ossei nei post-estrattivi che colmano i volumi del sito ricevente con una gamma opportunamente pensata nell' ottica di restitutio della ricostruzione.
L'importanza della forma di Newton nella parte immersa, con le specifiche introdotte per la preservazione del coagulo e dei residui d'osso, la stabilizzazione anti rotazionale della spira contrapposta, l'eliminazione di stress clinici ed il taglio efficace, migliora e agevola anche l'utilizzo dei diametri più adeguati all'elemento naturale da sostituire.
Questo riduce le sollecitazioni di carico nella fase di inserimento e determina la possibilità di non rinunciare al rispetto dei diametri da compensare, con impianti larghi che saranno integrati a basso impatto clinico evita quei surriscaldamenti eccesivi che preoccupano e danneggiano il buon esito della stabilità a lungo termine. Sono valori aggiunti e portano la predicibilità dell'implantologia, al passo con le attese più esigenti del clinico nell'ottica del miglior esito per il paziente.
Il successo di Newton è quello di aver creato tutte le condizioni per la stabilità a lungo termine della restaurazione implanto-protesica.
La facilità di inserimento dell'impianto Newton è raffigurabile attraverso l'insieme di caratteristiche complesse, che semplificano le fasi del protocollo, percepibile alla sensazione operativa immediata e forte di osservazioni cliniche, biologiche, di carico e gestione del dispositivo medico.
Ciò conferisce in sicurezza protocolli estremamente precisi, pur adattandosi, grazie alla sua direzionalità conferita dalla forma apicale e dagli incavi, anche a tecniche di espansione o comunque operatore-sensibili, e alla notevole facilità di orientamento che lo rende guidabile verso il miglior asse di inserzione.